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Storia delle Langhe del Barolo

Storia delle Langhe del Barolo


Etimologia della denominazione Langhe e brevi cenni storici sulla zona del Barolo

Da millenni si dà questo nome al sistema di colline che dal sud del Piemonte si dirigono verso nord-est, cercando l'incon­tro con la pianura padana. Le Langhe costituiscono un’area geo­grafica a forma di poligono irregolare del perimetro di circa 200 chilometri, suddiviso in tre distinte catene collinari, di cui l'orientale è compresa tra le due Bormide (di Spigno e di Millesi­mo), la centrale tra la Bormida di Millesimo ed il Belbo, l'occiden­tale tra il Belbo ed il Tanaro. La zona del Barolo appartiene a quest’ultima catena, con Alba che ne è la capitale.
Anticamente, i suoi abitanti venivano chiamati Langenses e appartenevano ad una tribù ligure con sede sul versante settentrionale dell'Appennino, a nord di Genova. Ad essi si riferisce la celebre Tavola di bronzo di Genova che sancisce la delimitazione dei confini di pascolo, fatta nel 117 a.C., tra i Genuates ed i Langenses, nominati per la prima volta in un documento storico.
Si suole distinguere, altimetricamente, l'Alta Langa e la Bassa Langa: fanno parte della prima i rilievi sud-orientali, molti dei quali prossimi ai 900 metri; la seconda, più fertile, di­grada verso il Tanaro, coi celebri vigneti del Barolo.
La conformazione delle tre catene e quella delle decine di contraf­forti che se ne dipartono a spina di pesce, quasi altrettante lingue, pare abbia dato origine al nome stesso di Langhe (dal radicale lang, lungo) che rappresenterebbe plasticamente l'incatenarsi di lunghi colli l'uno con l'altro. Questa ipotesi etimologica trova con­ferma nella locuzione «andar per Langa» tuttora usata dagli abi­tanti per indicare un percorso che segue la dorsale delle colline.
Tutte le strade delle Langhe seguono la cresta dei colli: ciò è spiegato dalla costituzione geologica del terreno, soggetto, alla base delle alture, ad erosioni; per lo stesso motivo anche i centri abi­tati sono, in genere, sulle creste e questo fatto contribuisce a rendere più spettacolare la visione delle Langhe, punteggiate dai ca­stelli, dalle torri, dai paesi, dalle cappelle-rifugio per i pellegrini.
L'asprezza dei luoghi ha contribuito nel recente passato ad isola­re il massiccio langhese, evitato sia dalle linee ferroviarie che dal­le strade di grande comunicazione, abbandonato praticamente allo stato dei tracciati viabili medioevali e romani, tutti longitu­dinali rispetto all'orientamento delle tre catene collinari.