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Dolcetto d'Alba
II vitigno Dolcetto
II vitigno Dolcetto è attestato in Piemonte fin dal Medioevo. II bando vendemmiale di Dogliani del 28 agosto 1593 fa riferimento ai "dossetti": dunque, questa citazione ci induce a credere che larga fosse la sua coltura in terra di Langa fin dai tempi antichi. Tuttavia è soltanto verso la seconda metà dell'Ottocento che possiamo parlare di ampia diffusione. La dolcezza dell'uva, tant'è che viene anche consumata quale uva da tavola, gli ha conferito il nome. AI contrario il vino è secco. Per le sue doti terapeutiche in quanto ricca di ferro, manganese e potassio, l'uva Dolcetto è stata oggetto, fino al 1950, di particolari diete nelle quali costituiva l'ingrediente principale, durante le vendemmie. Era chiamata: "cura dell'uva".
Foglia media per lo più con 5 lobi. Grappolo medio, piramidale, piuttosto lungo, alato, con peduncolo grosso, a volte verde, a volte rosso (per modificazioni ambientali). Acini medi, rotondi, a polpa succosa e molto dolce, con buccia di colore nero Mastro, pruinosa, con maturazione di prima epoca.
Maturazione dell'uva Dolcetto
E' a maturazione precoce: mediamente si vendemmia tra la prima e la seconda decade di settembre. Nella zona del Barolo occupa i versanti collinari più freschi, meno solatii, ad un'altitudine che varia dai 200 ai 500 metri. Altrove si assesta anche sui 600-700 metri d'altezza. Predilige terreni calcareo-argillosi. In Piemonte è coltivato nelle province di Cuneo (Langhe e circondario di Ormea), di Asti (colli del Monferrato), di Alessandria (circondario di Acqui e di Ovada, colli del Tortonese).
Produzione del Dolcetto d'Alba
La produzione massima di uve per ettaro non deve superare i 90 quintali.
La resa massima delle uve in vino non deve essere superiore al 70%.
Un po' di storia del vino Dolcetto
II Dolcetto, nelle Langhe, è da sempre il vino quotidiano, il vino che accompagna i suoi abitanti dall'alba al tramonto, e non solo di una giornata, ma di un'intera esistenza. Un vino "molto piemontese", che per secoli non attraversò quasi mai i confini regionali. Colpa la sua quotidianità, ma soprattutto il suo nome che indulge l’inesperto a pensarlo un vino dolce. Dolcissimo il frutto, ma secca, invece, la bevanda.
Le 11 DOC del Dolcetto e una DOCG
In Piemonte esistono 11 DOC del Dolcetto. Elenchiamo innanzitutto le 7 DOC storiche: Dolcetto d'Alba, Dolcetto di Dogliani, Dolcetto di Diano d'Alba, Dolcetto delle Langhe Monregalesi, Dolcetto d'Asti, Dolcetto d'Acqui, Dolcetto d'Ovada. Ad esse si sono unite ultimamente altre 4 DOC: Langhe Dolcetto, Monferrato Dolcetto, Colli Tortonesi Dolcetto, Pinerolese Dolcetto. A queste va aggiunta la recente DOCG del 2005 relativa al Dogliani o Dolcettto di Dogliani Superiore.
Denominazione d'origine dei Dolcetto d'Alba
Denominazione d'Origine Controllata (DOC) del 16 luglio 1974
Zona di produzione del Dolcetto d'Alba
II Dolcetto d'Alba è un vino rosso in purezza ottenuto dalle uve di Dolcetto allevate nel territorio delle Langhe posto fra i fiumi Tanaro e Belbo, comprendendo quindi le zone del Barolo, del Barbaresco e del Moscato. Inoltre troviamo i comuni di colline di Langa. E' escluso il comune di Diano che possiede una propria DOC per il Dolcetto. La superficie vitata è di circa 1600 ettari con una resa annua media di circa 8 milioni 600 mila bottiglie (catasto vitivinicolo 2008).
Quando può chiamarsi Dolcetto d'Alba
II vino Dolcetto può essere messo in commercio fin dalla primavera successiva alla vendemmia. Si tratta quindi di un vino giovane, abboccato, dal bel colore rosso rubino fiammante con potenti riflessi violacei. Altrimenti, viene sottoposto ad un piccolo periodo di affinamento, per cui è imbottigliato in piena estate: ne risulta un vino più composto e pieno, dal possente fruttato. Affinato ulteriormente nei legni o in bottiglia, sopporta tranquillamente due o tre anni di invecchiamento: assume tonalità quiete, di grande eleganza e morbidezza. Sull'etichetta deve figurare il millesimo relativo all'anno della vendemmia. Quando viene invecchiato per almeno un anno, a partire dal 1 ° gennaio successivo all'annata di produzione delle uve, e presenta una gradazione minima complessiva di 12,50 % Vol., può portare in etichetta la qualificazione "superiore".
Analisi sensoriale
Colore: rosso rubino con riflessi violacei.
Profumo: vinoso, fresco, di rosa, di viola, di bacche rosse. Gusto-olfatto: asciutto, secco, di moderata acidità, di media tannicità; di frutta macerata (ciliegia, ribes rosso); di mandorla nel finale.
Analisi chimica del Dolcetto d'Alba
Gradazione alcoolica minima complessiva: 11,50 % Vol. Acidità totale minima: 5 per mille Estratto secco netto minimo: 22 g per litro
Il bicchiere giusto
II bicchiere del Dolcetto deve essere mediamente capiente, di cristallo incolore, a stelo, non troppo panciuto.
Temperatura di servizio
Intorno ai 16 °C
I piatti da abbinare
II Dolcetto predilige gli antipasti a base di carne (vitello tonnato, insalata di carne cruda) e di formaggio (tortino al murazzano), i primi asciutti, i secondi non troppo elaborati, in particolare a base di carni bianche, i formaggi a pasta tenera e poco stagionati.
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